Per non dimenticare
In una soleggiata giornata di Aprile, proprio a ridosso della Festa della Liberazione dal nazifascismo, i ragazzi e le ragazze delle Comunità Educative Casa Borgatti e Casa Clementini hanno trascorso una giornata di visita al Parco Storico di Monte Sole.
Perché abbiamo scelto il Parco Storico di Monte Sole?
Il Parco si estende nei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, pochi chilometri a Sud di Bologna, luoghi in cui dal 29 settembre al 5 ottobre 1944 i nazisti ormai sconfitti dagli alleati compirono una delle più grandi stragi di civili della Seconda Guerra Mondiale. La storia racconta che, in quei giorni, la comunità che abitava l’altopiano subì un violento rastrellamento che portò all’uccisione di 770 persone in maggioranza bambini, donne, anziani, oltre agli uomini della Brigata partigiana Stella Rossa che combatteva su quelle montagne.
La giornata è stata pensata come conclusione del percorso sulla memoria, iniziato con l’incontro avvenuto a Casa Clementini con Franco Leoni, uno dei pochi sopravvissuti all’eccidio di Monte Sole.
Salendo lungo il sentiero che porta al Villaggio di Caprara si viene progressivamente avvolti dalla bellezza della dorsale appenninica con le sue valli e colline verdeggianti. Nel punto dove è possibile incrociare con lo sguardo il confine naturale tra le Regioni Emilia-Romagna e Toscana, la guida del Parco che ci accompagnava ha iniziato il racconto della storia di questi luoghi e lasciato spazio alle domande dei più curiosi del gruppo.
Arrivati al villaggio o meglio, a quei pochi ruderi di pietra rimasti che sono l’eco di una vita passata, è il silenzio a farla da padrone. Qui abbiamo potuto conoscere, grazie alla spiegazione della guida, alcuni particolari della vita di uno dei borghi montani più importanti della zona. Oltre alle storie di vita quotidiana, abbiamo appreso anche le tecniche e tattiche mortali attuate dai nazifascisti per prima terrorizzare e poi uccidere le persone.
Percorrendo ancora un tratto di sentiero si arriva ad un altro luogo carico di storia e di tragicità: la chiesa e il cimitero di Casaglia. Proprio in questo luogo si sono radunati gli abitanti del villaggio come ultimo tentativo di fuggire dalla persecuzione tedesca delle SS, senza però riuscirci. I pochi sopravvissuti hanno raccontato che i cancelli del cimitero sono stati chiusi e dall’esterno, dopo aver montato delle mitragliatrici, i tedeschi hanno sparato sulla piccola folla, compiendo una strage.
Ultima tappa prima del ritorno a casa è stato il Cimitero Monumentale/Sacrario costruito nel centro di Marzabotto dove sono raccolti i resti della maggior parte delle vittime dell’eccidio e della guerra. Il Sacrario è stato un altro luogo di grande impatto emotivo per i ragazzi.
Prima dei saluti finali la guida ha voluto farci riflettere sulla scritta posta nel corridoio centrale del cimitero: “RICORDATE E MEDITATE IL NOSTRO SACRIFICIO”.
Sicuramente una giornata impegnativa sia a livello fisico che emotivo, ma altrettanto importante e formativa per tutti noi!
L’educatrice professionale Elena Bevitori