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Weekend presso il Centro di Educazione Ambientale di Piobbico

Nel cuore dell’appennino: weekend presso il Centro di Educazione Ambientale di Piobbico.

L’aggettivo Madre precede la parola natura in modo sapiente. Di fronte ad un vasto paesaggio, ad un torrente che scivola tra le rocce, una quercia secolare, un fiume di un verde smeraldo o una grotta ricoperta di muschio, i ragazzi diventano silenziosi, attenti, coinvolti. Riscoprono uno stupore inaspettato, una gioia dimenticata e le parole si fanno morbide e affettuose. La natura è la grande alleata nel processo educativo, insegna sempre qualcosa, ai ragazzi e agli educatori. Piobbico ne è stata la conferma.

Due comunità, Borgatti e Clementini, all’interno di uno scenario di straordinaria bellezza, circondato da foreste, montagne e fiumi, hanno condiviso esperienze, avventure, gioie, cibo, riposo e piccoli imprevisti. Nessuno è rimasto indifferente, ogni ragazzo è entrato in sintonia con la natura in modo diverso, qualcuno si è scoperto marciatore instancabile, qualcuno contemplatore di vastità, altri cercatori di nuovi sentieri, scopritori di forme, osservatori di nuvole e filosofi del paesaggio.

Non è mancato chi ha raccolto fiori, scelti tra i più colorati e profumati, per comporre ghirlande da regalare alle educatrici rimaste al “campo base”.

La condivisione della fatica per ascendere al monte ha unito tutti. La ricerca del giusto ritmo per sostenere la fatica non lascia tempo alle distrazioni, tutti in fila, attenti al compagno che segue o precede, eravamo più vicini che in altri momenti.

Siamo arrivati tutti in cima, nessuno si è lamentato per la fatica, eravamo preceduti dallo stendardo dell’avventura, sarebbero arrivati in capo al mondo.

Abbiamo condiviso il piacere dell’altezza, osservando tutto il paesaggio circostante, di un verde vivo e brillante, mentre una brezza leggera alleviava la fatica di tutti.

Osservavamo le stesse cose da prospettive diverse; dalla cima ho indicato una quercia maestosa e solitaria, e nello stesso momento su di lei si sono concentrati gli sguardi di ragazzi provenienti dall’Albania, Egitto, Senegal, Bangladesh, Cina e Italia. Forse, a modo suo, si sarà emozionata anche lei.

La sera abbiamo atteso l’arrivo del buio per riscoprirlo in tutta la sua bellezza.

La volta celeste, in un ambiente naturale, poco illuminato si manifesta con una vastità che disorienta e stupisce. All’interno di relazioni sicure e affettuose, supportati dal gruppo, anche l’oscurità, con il suo fascino misterioso, recupera la sua naturalezza, indicando il tempo del riposo per dei giovani esploratori.

Abbiamo concluso la vacanza, segnando la conclusione di un percorso, ricco di emozioni, sul tema della fiducia, per cominciarne uno nuovo sul tema del coraggio: ogni ragazzo ha ricevuto in dono un vasetto contenente un seme, simbolo del coraggio e della forza della natura, che porta la vita in ogni angolo della terra, nonostante le difficoltà del contesto.

Noi continueremo ad avere le mani nel terreno, per aiutare i nostri ragazzi a far crescere i loro fiori e i loro frutti, li aiuteremo a rimuovere i sassi che impediscono alle giovani radici di scendere in profondità, anche quando le piogge scarseggiano e i raggi del sole si fanno attendere.

Luca Finocchiaro, Pedagogista.

Educatore della Comunità “Casa Borgatti”

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