Inaugurazione della rotonda dedicata a Suor Isabella Soleri (1859-1953)
Lunedì 15 novembre 2021 ore 10.30
Largo Vannoni, Borgo San Giuliano Rimini
Saranno presenti:
Francesco Bragagni – Assessore Servizi Civici e Toponomastica
Kristian Gianfreda – Assessore Politiche per la Salute e Protezione Sociale
don Vittorio Metalli – Diocesi di Rimini
Paola Benzi – Presidente Fondazione San Giuseppe
Aiutare senza apparire!
(di Antonella Chiadini, già Pediatra all’Ospedalino dei Bambini di Rimini)
Aiutare senza apparire: è stato questo il motto e lo spirito di Isabella Soleri, donna illuminata e di grande fede, sicuramente la più importante religiosa Figlia della Carità a Rimini, fondatrice dell’Aiuto Materno (1910) e delle Dame di carità cittadine (1933). Consacrata come suor Giuseppina, è sempre rimasta “suor servente” (umile tappa del cammino spirituale) fino alla fine dei suoi giorni, nonostante abbia sempre ricoperto ruoli direttivi.
Aiutare senza apparire: di lei, più che le parole, parlano i fatti.
Il suo agire concreto e determinato, mostra la sua idea del mondo e del sociale.
Di nobile famiglia, ricca e avvenente, assolti i doveri filiali, a 36 anni sceglie i voti religiosi e rinuncia a tutti i propri beni dedicandosi con umiltà e spirito di servizio agli ultimi.
‘Decidere e lavorare nell’ombra, saper riconoscere i bisogni più urgenti e profondi delle persone, usare le proprie risorse personali e patrimoniali per dare forma alla vocazione di promozione dell’umanità sono i tratti della leadership carismatica della Soleri, alla quale nel 1916 fu attribuito pubblico riconoscimento per la benefica attività ispirata alla filantropia, distintasi per la modernità dei criteri e per il dono del patrimonio familiare’. (M.G. Baldarelli / M. Del Baldo, 2011)
Suor Soleri ha lasciato un segno indelebile in campo sociale, sanitario, religioso. Le sue scelte, sempre calate nella realtà, dimostrano una visione ampia e illuminata di socialità, lungi dal puro assistenzialismo come “atto di beneficenza fatto alle classi diseredate”.
Certamente ha contribuito a una nuova visione della condizione femminile e della primissima infanzia.
Siamo a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento. Nonostante le spinte innovative sul piano politico, culturale e sociale, la donna e i problemi della maternità e infanzia hanno ben poca attenzione. Per non parlare delle ragazze madri e dei nati illegittimi che le donne povere sono spesso costrette ad abbandonare nella cosiddetta ‘ruota degli esposti’ (a Rimini era sul Corso d’Augusto, ex chiesa di Santa Maria ad Nives).
A inizio Novecento l’incontro tra scienza e carità rende concreta la nascita e gran parte della storia più che centenaria del San Giuseppe. La SCIENZA nella persona del dr. Antonio Del Piano, pediatra convinto che si dovesse intervenire sull’altissima mortalità infantile e sui drammi delle incinte fuori dal matrimonio; la CARITA’ nella persona di suor Soleri, che mette in campo le risorse per dar vita a un Istituto di accoglienza, assistenza, educazione e tutela della maternità e infanzia.
L’atto notarile per procura (1914) ne mostra l’imponenza patrimoniale: immobili per un valore di 20mila lire, titoli di credito del valore nominale di 100mila lire, effetti mobili (tra per 1.375 lire. Una donazione che lei stessa “anima vigile e operosa”, sempre da dietro le quinte, subordina a strategie precise, come il riconoscimento a Ente Morale (1915) o lo Statuto allegato all’atto in cui sono così indicate le finalità dell’opera:
“… somministrare alimenti alle madri povere della Città, per porle in grado di nutrire i loro bambini lattanti e di fornire latte, surrogati, vestimenti e medicinali ai bambini stessi (…) si aggiungerà la custodia ai bambini poveri fino all’età di anni tre e potrà anche aggiungersi un piccolo ospedale per ricoverare (…) fanciulli poveri, bisognosi di cura, fino all’età di anni cinque”.
Il 9 settembre 1910 “L’Ausa” saluta la nascita in Rimini di “un’istituzione che s’intitola Aiuto Materno per l’assistenza della madri povere e la protezione della primissima infanzia”.
Nel 1925 sorgerà anche un Ospedalino pediatrico (affiancato nel periodo 1920-1971 dalla Maternità) che rimarrà un prestigioso polo di cura per l’infanzia fino a metà degli anni Ottanta del Novecento mentre l’Istituto San Giuseppe, ora Fondazione, prosegue tuttora la missione socio-educativa mantenendo inalterati i valori fondanti e lo spirito di suor Soleri.
Ancor oggi tante cose parlano e vivono grazie a lei che ha colto nel bisogno degli anziani abbandonati prima e dei bambini poi, il valore da cui partire per fondare l’Istituto “Per l’Aiuto Materno e Infantile”.
L’intitolazione di una rotatoria a questa grande donna riminese sancisce il valore delle sue scelte per la città e ne suggella pubblicamente la memoria per i cittadini di oggi e per le generazioni future.
Uno dei nostri immobili è stato donato da Isabella Soleri