Un’esperienza di formazione e di crescita. È questo, in sintesi, il Servizio civile. Dal 2010 al 2017 (ultimi dati ufficiali disponibili) un’opportunità che è stata offerta a più di 400.000 giovani e che nel 2017 ha assunto anche la dimensione di Servizio civile universale.
Ma ancora troppo spesso si tratta di un’opportunità non conosciuta dai ragazzi e dalle ragazze che potrebbero candidarsi a partecipare. Per questo è importante raccontarla e lo facciamo attraverso l’esperienza diretta di uno dei protagonisti.
Luca Capolino ha 27 anni e vive a Rimini. Nel 2019 è stato tra i partecipanti a un progetto di Servizio civile proposto dalla coop. sociale “Il Millepiedi” presso la comunità educativa residenziale per minori “Casa Clementini”. Oggi Luca lavora come educatore sempre presso la cooperativa, e anche questa scelta è frutto e conseguenza della sua esperienza come volontario del Servizio civile.
Luca, perché hai deciso di candidarti per questo progetto di Servizio civile?
Conoscevo la cooperativa “Il Millepiedi” già da tempo per la sua importante presenza e per il suo forte impegno sociale sul territorio della provincia di Rimini e quando sono venuto a conoscenza del bando del progetto di Servizio civile “Minori insieme 2017” ho pensato potesse essere un’ottima occasione per fare un’esperienza importante a livello umano ma, al contempo, che poteva darmi l’opportunità di mettermi alla prova anche a livello professionale.
Quale tipo di attività svolgevi?
La comunità presso cui ho svolto il servizio civile è una struttura che accoglie minorenni provenienti da famiglie con problematiche sociali e che vivono o hanno vissuto in passato situazioni di disagio educativo, affettivo e psicologico. È gestita dalla cooperativa Il Millepiedi insieme alla Fondazione San Giuseppe per l’aiuto materno e infantile.
All’interno della struttura si lavora per costruire un ambiente protetto ed accogliente che sappia sostenere e fornire ai ragazzi gli strumenti per la loro crescita personale e per rispondere alle loro difficoltà.
Si costruiscono dunque progetti individualizzati in cui sono contemplati diversi obiettivi: mantenere e proseguire l’iter scolastico, orientare e supportare i ragazzi per l’ingresso nel mondo del lavoro, favorire la socializzazione tramite la quale i ragazzi possano sperimentarsi e scoprirsi attraverso il confronto con l’altro, nonché promuovere e sostenere le attitudini e gli interessi degli utenti.
Ero consapevole che sarei dovuto entrare in punta di piedi in un mondo fragile e delicato di cui non sapevo quasi nulla e questo, sicuramente, come tutte le cose che non conosciamo, mi spaventava un po’.
Devo dire però che dopo una prima fase di ambientamento ho avuto la fortissima sensazione di essere nel posto esatto in cui volevo essere, anche grazie agli educatori che mi hanno accolto e fatto sentire da subito parte integrante dell’equipe di lavoro.
Hai acquisito delle nuove competenze che ti sono tornate utili per il tuo lavoro?
Questo anno mi ha lasciato sicuramente molto, passare così tanto tempo con i ragazzi significa condividere tantissime cose, a partire dagli spazi della casa. Accogliere e ascoltare le loro storie, i loro dubbi, le loro paure, i loro sogni e desideri non può non toccarti nel profondo e lasciare un’impronta su di te; ma allo stesso tempo ti pone in una posizione di responsabilità in cui si deve aver bene in mente la figura educativa e il conseguente ruolo di adulto che si ricopre per questi ragazzi.
Una delle sfide è sicuramente anche questa, instaurare con questi ragazzi una relazione dove da un lato non manchino le componenti umane della sensibilità, solidarietà, accoglienza, rispetto, empatia e dall’altro dove siano ben chiari i ruoli egli obiettivi educativi da portare avanti. Posso dire che l’esperienza di servizio civile per me è stata determinante: dopo una laurea triennale in Psicologia ho deciso di iscrivermi alla laurea in Educatore sociale, per poter continuare a lavorare come educatore. Ho capito cosa desidero fare veramente e anche grazie al Servizio civile ho trovato la mia strada.
Molti giovani non conoscono la possibilità del Servizio civile o sono diffidenti nei confronti di questa esperienza. Tu a chi e perché la consiglieresti?
Personalmente consiglio caldamente l’esperienza del Servizio civile perché è sicuramente un’opportunità di crescita personale e può essere un modo per sperimentarsi in prima persona e impegnarsi in qualcosa di utile per il tessuto sociale in cui viviamo.
Ogni anno anche in provincia di Rimini vengono proposti diversi progetti in cui c’è la possibilità di mettersi alla prova, toccare con mano e fare esperienza pratica in ambienti per i quali magari si sta affrontando un percorso universitario o semplicemente si ha una predisposizione o volontà di sperimentarsi. Io ringrazio di cuore la Cooperativa e la Fondazione perché ho potuto incontrare e confrontarmi con grandi professionisti ma anche grandi persone.
A proposito di Servizio civile, ricordiamo che fino al 15 febbraio sarà possibile presentare la propria domanda. Sempre presso la coop. sociale “Il Millepiedi” sono a disposizione in tutto 81 posti per tre diversi progetti: https://www.newsrimini.it/2021/01/servizio-civile-con-la-coop-sociale-il-millepiedi/