Ciao Simona! Ti va di raccontarci qualcosa del tuo passato?
Ho avuto un’infanzia e un’adolescenza parecchio travagliate, con una madre tossicodipendente e senza padre.
Sono arrivata all’Istituto all’età di 12 anni insieme a mia madre, poi io sono stata trasferita alla Comunità femminile (l’attuale Casa Borgatti) e lei in un’altra Comunità.
Quando sono uscita dall’Istituto sono andata a vivere con mia zia che mi ha preso in affidamento e ho proseguito i miei studi. Ho fatto il Liceo Pedagogico e mi sono iscritta all’Università laureandomi in Educazione Professionale. (Pensa un po’! :D)
Quindi ho proseguito il mio iter scolastico nonostante quello che ho passato e questo è dovuto sia alla mia forza di volontà che ai sostegni delle persone a me vicine, in particolare gli educatori, che non mi sono mai venuti a mancare.
Attualmente sto frequentando il Corso di Laurea Magistrale in Progettazione e gestione dell’intervento educativo nel disagio sociale e sono al secondo anno. Inoltre lavoro in una cooperativa che si occupa di percorsi educativi per persone disabili.
I ricordi più belli della mia vita all’Istituto sono relativi alle amicizie e ai legami che ho avuto con le persone con cui ho convissuto.
C’era un clima che ricreava l’ambiente della famiglia e questo mi ha permesso di avere delle relazioni molto forti con alcune ragazze con cui sono in contatto tuttora.
Mi piace pensare al fatto che siano passati più di vent’anni dalla mia uscita dall’Istituto ma quando ci rivediamo sembra che il tempo non sia passato e i legami non sono cambiati!
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho intenzione di finire gli studi in progettazione e di conseguenza inserirmi nel campo dei progetti che riguardano le strutture educative. Io collaboro anche con l’Associazione di mia zia che si occupa di malattie rare e dunque mi piacerebbe anche occuparmi sempre di più di questo campo dal punto di vista progettuale.
Che cosa ti ha lasciato l’esperienza che hai vissuto?
Ci tengo a sottolineare il ruolo dell’educatore all’interno delle strutture e ricordo questi legami spesso “conflittuali” che si venivano a creare ma sempre fondamentali per la mia crescita!
Ora che sono cresciuta e ho studiato quest’ambito ho capito che per gli educatori non dev’essere stato per niente facile svolgere questo lavoro, mi rendo conto di tanti passaggi che prima magari vedi solo dalla tua parte e non riesci a comprendere.
E tu adesso ti rivedi in questa situazione?
Si, perché ho capito la responsabilità che si ha nello svolgere il ruolo dell’educatore e solo ora mi rendo conto delle difficoltà che si devono affrontare.
Posso proprio dire che hanno svolto un buon lavoro! 🙂 Mi hanno dato tanto, le basi per poi poter continuare il mio percorso fuori, sia personale che professionale.