La festa del Patrono di Rimini ci ha dato l’occasione per organizzare una gita fuori porta con tutti i miei amici e gli educatori di Casa Borgatti. Dopo le tante attività estive dedicate alla scoperta dell’entroterra riminese, la meta del nostro viaggio è stata questa volta una città ricca di arte, cultura, storia e bellezza come Firenze.
La città ci ha accolto con un sole e un clima estivi e con la gentilezza e la cordialità dei suoi abitanti: infatti un signore in bici vedendoci intenti a cercare un parcheggio appena fuori dal centro storico, ci ha indicato un luogo in cui parcheggiare in una zona molto verde e tranquilla dove abbiamo anche potuto consumare il nostro pranzo al sacco seduti su alcune panchine. Tutto questo prima di immergerci nella visita del centro storico insieme a tanti altri turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Dal nostro parcheggio strategico abbiamo, con una breve camminata, raggiunto il Lungo Arno e già dalla strada che abbiamo percorso si poteva ammirare in tutto il suo fascino Ponte Vecchio, dove poi ci siamo diretti come prima tappa della nostra passeggiata. Abbiamo poi raggiunto Piazza della Signoria e il Duomo che mi ha molto colpito per i suoi colori e la sua imponenza.
Attraverso le vie del centro piene di negozi e bancarelle di oggetti in pelle siamo giunti alla Chiesa di Santa Maria Novella. Nel percorso a ritroso c’è stato il tempo per un gelato e per scattare ancora alcune foto. Ultima tappa il Mercato del Porcellino a ridosso di Piazza della Signoria, situato all’interno di una loggia del 1547. Qui si trova la famosa statua del Porcellino, in realtà un cinghiale, il cui naso è lucidato dalle molte mani che quotidianamente lo toccano in quanto secondo la tradizione popolare porta fortuna farlo. E noi non potevamo certo mancare al rispetto di questa tradizione!
Abbiamo poi ripreso la via verso casa stanchi ma contenti della bella giornata trascorsa insieme che mi ha arricchito molto ed ha stimolato la mia curiosità.
Quando sento che mi prende la depressione, torno a Firenze a guardare la cupola del Brunelleschi: se il genio dell’uomo è arrivato a tanto, allora anche io posso e devo provare a creare, agire, vivere.
(Franco Zeffirelli)