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Crescere è bello ma complicato

Più o meno a tutti è capitato di organizzare un compleanno a sorpresa. Il festeggiato non deve capire che si parla spesso di lui in sua assenza, che si cerca di capire come stupirlo, invitando amici che non si immagina, scegliendo un luogo che gli è caro, cucinando la sua torta preferita. Festeggiare il compleanno dello Sportello del Neomaggiorenne è stato un po’ così. Lo Sportello è stato il grande assente nella fase di preparazione, l’amico di cui si voleva conquistare il cuore. Anche perché sfidiamo chiunque a sapere di che colore sono i suoi occhi e come son fatte le sue mani. E forse chi lo frequenta, a partire dai ragazzi fino ad arrivare agli operatori e alle istituzioni che l’hanno voluto, non vedono in lui che tante domande, e prima ancora tante storie. Il signor Sportello del Neomaggiorenne ha gli occhi di Sofi, Blerin, Nuru, Novel, Fra… e anche di coloro che a lui non si rivolgono, ma che sentono la fatica di essere un po’ più soli dei loro coetanei neomaggiorenni nell’affrontare le sfide della vita.

Ma facciamo un passo indietro. Il 15 marzo 2013 è stato inaugurato Se potessi, il primo Sportello del Neomaggiorenne in Italia rivolto a giovani di età compresa fra i 18 e i 26 anni provenienti da percorsi fuori famiglia, che cioè hanno vissuto parte della loro infanzia o adolescenza in comunità di accoglienza, casa famiglia, famiglia affidataria. Il punto di partenza è facile da definire: il desiderio di sostenere questi ragazzi di poco più di 18 anni, forse un po’ fragili, sicuramente pieni di speranze, a volte arrabbiati nei confronti di una vita che pare ingiusta, certamente con molte domande che possono diventare progetti, impegno, strada da percorrere. Lo Sportello, promosso dalla Fondazione San Giuseppe in collaborazione con l’Associazione Agevolando, è aperto il venerdì pomeriggio in una sala del Centro Giovani RM25. In un anno di vita sono stati quasi 400 gli accessi.

Come ogni compleanno a sorpresa ci siamo incontrati per organizzarlo e dividerci i compiti. Eravamo una ventina la prima volta che abbiamo iniziato a pensarci. 4 o 5 adulti e il resto neomaggiorenni. C’era chi doveva invitare gli educatori e i ragazzi delle comunità, chi organizzare la musica, costruire il volantino, fare la torta. Ma come nei migliori gruppi di amici quasi nulla è andato come avevamo previsto. Però abbiamo cercato di rispettare gli obiettivi che ci eravamo dati. Chi doveva fare la torta si è accorto che con i tempi stretti del lavoro non ce l’avrebbe fatta. Grazie a Francesco e alla zia Maria le torte sono state due. Qualcuno che doveva spiegare cos’è lo Sportello del Neomaggiorenne e introdurre la mostra Capitolo#18 si è emozionato e ha raccontato ben poco. Ma per fortuna che Ahmed si era preparato un discorso scritto, che ha letto ben due volte. Ah, sì, perché abbiamo fatto il bis di saluti e presentazione dello Sportello, in quanto non avevamo previsto persone che sarebbero arrivate e andate vie in tempi diversi. Ma volevamo che tutti festeggiassero al 100% di ciò che avevamo pensato.

Questo è l’elogio di una festa imperfetta, un po’ caotica, ma divertente e che ha dovuto fare emergere molte più voci di quelle che si erano organizzate in partenza per arrivare agli obiettivi che ci si poneva. Il signor Sportello è probabilmente felice di aver spento le candeline in questo modo, perché anche lui nel cercare di offrire un sostegno ai tanti neomaggiorenni sa che ha bisogno di tante persone e di ancor più creatività. Sa che per riuscire nel suo intento è fondamentale che attorno ad un punto di domanda possano incontrarsi il sostegno delle istituzioni così come i singoli cittadini, i professionisti e soprattutto le energie dei ragazzi, nella voglia condivisa di percorrere un pezzo di strada insieme, anche con chi fa più fatica.

Diletta Mauri

Crescere è bello ma complicato

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