Lo scorso 22 Settembre è ricorso il terzo anniversario della scomparsa di Benito (Vito) Lombardi, figura chiave del mondo cattolico riminese nel dopoguerra, consigliere e presidente dell’Istituto (oggi Fondazione) San Giuseppe per l’Aiuto Materno e Infantile dal 1969 al 2005. Lombardi è stato inoltre impegnato in consiglio comunale e come dirigente delle ACLI, dell’Enaip, operatore sindacale CISL, dirigente nell’ambito dei Consorzi socio-sanitari. Uomo di cultura e studioso appassionato, produsse anche numerosi articoli e pubblicazioni su svariate materie, tra cui la riforma sanitaria e la storia della Chiesa. Nel 2010 la Fondazione ha voluto insignirlo del premio “Scienza & Carità” e desidera ricordarlo con immutato affetto e gratitudine attraverso le parole dell’intervista che rilasciò alla dr.ssa Antonella Chiadini proprio nel 2010 per il volume “La storia di un valore” (Fara Editore 2010) e che ci restituiscono il suo impegno e la sua dedizione per la città e per i più piccoli.
“Il mio coinvolgimento con l’Aiuto Materno è iniziato nel gennaio 1969 con la necessità di un ricovero all’Ospedale dei Bambini di un mio figlio che non aveva ancora due anni. Per la serietà del caso la degenza si protrasse per cinquanta giorni durante i quali abbiamo avuto modo di constatare la professionalità del personale, la presenza di un ospedale ideale con reparto di maternità, pediatria e neonatologia con attrezzature di avanguardia confermandosi una struttura specialistica che ricopriva un ruolo importante tra Emilia Romagna e Marche.
Nel 1969 iniziò poi la mia collaborazione come Consigliere di Amministrazione e Presidente del San Giuseppe: inzialmente sarei dovuto rimanere al San Giuseppe circa tre anni e invece mi sono distaccato solo nel 2005 e ringrazio l’amico scomparso Ciro Gliori, uno dei tanti cirenei della partecipazione sociale a Rimini, che mi ha consentito di lavorare alla riforma sanitaria per oltre 15 anni e prendere il posto del presidente dott. Felice Bongiorno, seguendo la sua linea di impegno.
Dopo i primi mesi di studio di una realtà per me nuova – la sanità e l’assistenza – verso le quali ero ben predisposto per la mia cultura e condizione (provenivo da una famiglia popolare con esplicita formazione cattolica) dovetti prendere atto che si trattava di inoltrarsi in un terreno vasto e difficile, dovetti recuperare la conoscenza della legislazione di circa un secolo risalendo alla legge Crispi del 1890 mentre nel frattempo era stata varata la Riforma ospedaliera (Legge 12 febbraio 1968, n. 132 “Enti ospedalieri e assistenza ospedaliera”) che ha aperto la strada a un immenso lavoro di riforma sociale.
Il passaggio di tutta la sanità agli enti ospedalieri non ebbe il corrispettivo nelle istituzioni storiche come le Ipab, frutto dell’intervento sociale dei cittadini, che rimasero emarginate con pochi mezzi e un groviglio di statuti maturati nel tempo. Con la successiva legge di Riforma Sanitaria, la 833 del 1978, le forze politiche assunsero un atteggiamento di impegno convergente per arrivare a una tutela della salute basata su principi di unità e solidarietà. Molti rappresentanti del San Giuseppe, con grande interesse sociale, hanno dovuto farsi esperti di sanità pubblica e privata, di protezione sanitaria, di costi: si stava attuando una svolta epocale dall’assetto mutualistico al Servizio Sanitario Nazionale. Con tutte le componenti interne vi è stata una collaborazione molto fertile fatta di rapporti, anche umani, forti, rimasti un patrimonio personale difficile da cancellare. Valeva la pena, sì un’esperienza che valeva la pena di vivere, al servizio dei più piccoli e meno fortunati!
Questa amicizia con il San Giuseppe continua tuttora e mi riporta alla mente un ormai lontano 1963 quando ogni mattina per oltre due mesi, prima di entrare in banca, andavo all’Aiuto Materno a portare 200 grammi di latte di mia moglie Laura, che ne aveva in abbondanza, per qualche lattante che ne aveva bisogno… ecco, a ripensarci bene, è stato proprio quello il primo segnale del successivo legame che di lì a qualche anno si sarebbe consolidato con questa realtà di cui Rimini deve essere fiera.”
Nella foto la
Consegna a Benito Lombardi
del premio “Scienza e Carità” nel 2010
nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario del San Giuseppe