Casa Borgatti – aspettative e prospettive abitative per i quasi maggiorenni
Il raggiungimento della maggiore età segna un passaggio molto importante per i ragazzi che vivono in comunità non solo per quello che riguarda le implicazioni emotive/psicologiche ma anche per la necessità di trovare una sistemazione abitativa.
Compiere 18 anni significa entrare a far parte del mondo degli adulti, assumersi le proprie responsabilità e diventare i “protagonisti” principali del proprio percorso di vita.
Non ci sono più gli educatori che “impongono” le regole, il rispetto degli orari di rientro dalle uscite in autonomia, la condivisione di spazi con persone di altre nazionalità. A tutto questo subentra il vuoto, l’incertezza e domande come: “Ora cosa farò?” e “Dove andrò a vivere?” diventano preminenti nella testa dei ragazzi.
Il problema della casa è certamente tra i più complessi; i più fortunati riescono a rientrare in famiglia dopo un lavoro di sostegno psicologico.
Altri riescono ad accedere ad alcuni servizi di transizione, come gli appartamenti per i post 18, ossia strutture a permanenza temporale che lavorano in sinergia con le comunità di prima accoglienza e che offrono al ragazzo strumenti utili per l’acquisizione di autonomia.
Solo in qualche rara situazione i ragazzi stranieri rientrano in patria poiché non sono riusciti ad acquisire le competenze necessarie per poter gestire autonomamente la propria vita.
La maggior parte dei ragazzi, però, una volta raggiunta la maggiore età si aggrega a seconda delle affinità e delle esigenze personali, trovando appartamenti che possano ospitare 4/5 persone.
Gli educatori supportano i neomaggiorenni anche nella ricerca del lavoro, un altro problema rilevante per i giovani che escono dalle comunità educative e che approfondiremo in uno dei prossimi articoli.
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