Fondazione San Giuseppe per l'aiuto materno e infantile Onlus

“Dare un letto non basta se non si sa dare la buonanotte”: la Fondazione San Giuseppe per i minori in difficoltà

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Tre aggettivi per descrivere la Fondazione San Giuseppe.

Accogliente: come gli adulti (suore, laici, benefattori, educatori e operatori sociali, volontari…) che ogni giorno, negli oltre 100 anni di storia della Fondazione hanno messo a disposizione il loro cuore e la loro professionalità per rispondere ai bisogni dei bambini e dei ragazzi e delle famiglie che a noi si rivolgono e di cui siamo chiamati a prenderci cura.

Integrata: perché a domande complesse occorrono risposte complesse, nessuno può fare tutto da solo. La Fondazione sin dal suo Statuto esprime la volontà di porsi come centro di coordinamento e luogo di impulso e valorizzazione di tutte le risorse umane e strumentali disponibili a livello locale nel campo educativo e sociale in un’ottica di rete e cooperazione.

Dinamica: perché in questi 100 anni di storia ha sempre saputo adattarsi e trasformarsi ai bisogni emergenti nella Città di Rimini e non solo con uno sguardo lungimirante e propositivo.

Quando nasce la Fondazione e qual è la sua mission?

L’Aiuto Materno e Infantile di Rimini, oggi Fondazione San Giuseppe, ha segnato il panorama cittadino sul doppio binario sanitario (la Maternità attiva fino al 1970 e l’Ospedalino dei Bambini chiuso nel 1985) e socio-educativo (l’Istituto San Giuseppe divenuto Fondazione dal 2003). E’ stato un punto di riferimento per tante famiglie adeguandosi sempre ai bisogni della Città grazie a figure di livello scientifico e ai tanti benefattori protagonisti di questa storia. Le origini dell’Aiuto Materno/Fondazione San Giuseppe risalgono al lontano 1910 e alle felici intuizioni del prof. Antonio Del Piano e alla generosità di Suor Isabella Soleri. La Fondazione San Giuseppe nella forma giuridica odierna è stata istituita nel 2003 per iniziativa dell’Istituto San Giuseppe e nel 2011 è divenuta ONLUS. Il suo obiettivo principale, come si legge nello Statuto, è quello di operare “nell’ambito delle linee indicate dalla legislazione e dagli indirizzi nazionale, regionale e locale in materia di servizi educativi, socio-assistenziali e socio-sanitari, in stretto rapporto con i servizi territoriali pubblici e le istituzioni private operanti nel settore” in particolare assicurando “ai minori di ambo i sessi ed alle ragazze-madri o giovani madri, in situazione di disagio psicologico, morale ed economico, provenienti principalmente, ma non esclusivamente, dalla Provincia di Rimini, interventi ed iniziative atti a garantire pari opportunità e diritti sociali, nonché a prevenire, rimuovere o ridurre le condizioni di bisogno e di disagio individuale o familiare derivanti da limitazioni personali e sociali, da condizioni di non autosufficienza e da difficoltà economiche.” (cfr. www.sangiuseppe.org)

Agli studenti e ai ragazzi che hanno vissuto fuori famiglia si rivolge invece “Se potessi. Sportello del Neomaggiorenne”, il progetto che presentate in questo numero di Percorsi-news. Si riscontra una significativa differenza tra il numero di adolescenti italiani e stranieri che si rivolgono al vostro servizio?

Lo Sportello si rivolge a neomaggiorenni in uscita da percorsi “fuori famiglia” e la composizione dei nostri utenti vede circa il 60% dei ragazzi provenire da comunità educative della Fondazione San Giuseppe; il restante da percorsi di affidamento (3,5%), accoglienza in casa famiglia (6,5%) o altre comunità in provincia e non (11,5%)”. Le nazionalità dei nostri utenti rispecchiano quelle di coloro che sono accolti nelle strutture educative del nostro territorio. Le origini dei nostri ragazzi sono varie (argentina, tunisina, egiziana, albanese, bengalese, ivoriana…) e spesso il numero di coloro che hanno provenienza straniera supera quello degli italiani.

Progetti in cantiere per il futuro?

Uno dei nostri obiettivi per il futuro riguarda la possibilità di incoraggiare sempre più l’autonomia di coloro che a noi si rivolgono o che abbiamo in cura. Nello specifico dello Sportello del Neomaggiorenne cercheremo di lavorare per far sì che i nostri ragazzi diventino quanto più possibile cittadini attivi e responsabili, ad esempio attraverso il loro coinvolgimento come futuri “operatori” dello Sportello. Ci stiamo inoltre impegnando per costruire una rete di soggetti sul territorio che possa sempre più diventare sensibile e coinvolta sul tema del sostegno a fasce fragili della popolazione. Tra i progetti in cantiere, la Fondazione San Giuseppe si sta inoltre occupando del coordinamento e della costruzione di un progetto di housing sociale, con l’obiettivo che sia un progetto condiviso da vari soggetti del territorio riminese e finalizzato ad offrire risposte sempre più ampie e complete al crescente bisogno di casa e lavoro di tante persone. Il progetto prevede non solo alloggi a prezzi calmierati ma una rete correlata di servizi nell’ottica del “villaggio solidale” e nella consapevolezza che “dare un letto non basta se non si sa dare la buonanotte” (D. Tonino Bello).

http://www.assemblea.emr.it/cittadinanza/newsletter/percorsi-news/2014/materiale-newsletter-n-6/dare-un-letto-non-basta-se-non-si-sa-dare-la-buonanotte-la-fondazione-san-giuseppe-per-i-minori-in-difficolta

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0541 676752 sede centrale
340 9975528 cellulare
direzione@sangiuseppe.org

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